VENERDI' SANTO - L' Addolorata

Nel primo pomeriggio del Venerdì Santo, in Duomo si legge e si medita il "Passio Domini", un lungo e particolareggiato passo del Vangelo suddiviso in sette parti. Questa è la nota Funzione che prende il nome di "Rito delle Tenebre".
Alle ore 16,30 una delle bande cittadine si reca presso la Chiesa di San Leonardo per accompagnare in processione la Compagnia della SS. Passione alla quale, durante il tragitto verso il Duomo, si accoderanno tutte le altre confraternite, men che quelle del SS. Salvatore, di Maria SS. Addolorata e di Maria SS. della Visitazione.
Il corteo, abbracciato da due ali di folla lungo le vie del centro storico, sosta presso la Chiesetta dell'Addolorata per consentire alle migliaia di confrati di omaggiare la Madonna Addolorata, la cui statua è già stata collocata sulla cosiddetta "vara".
Finito questo lungo rito, i confrati dell'Addolorata si dispongono a chiusura della processione e portano all'esterno della chiesa il fercolo della Vergine, che viene posto nel portico per essere ammirato da fedeli.
La vara della Madonna Addolorata ricorda il "trono" della "Macarena" di Siviglia. La statua di Maria appare con il capo reclinato a sinistra ed un'espressione d' angoscia e dolore impressa sul volto, con le labbra socchiuse in un gemito di disperazione, e le mani, a differenza di quanto avviene in gran parte delle statue mariane, non sono giunte, ma una, la destra, stringe il seno in corrispondenza del cuore trafitto dal dolore, mentre la sinistra afferra un fazzoletto.
Il collo è cinto da una preziosa collana d' argento contenente una reliquia. Fino agli anni settanta, il resto del corpo era invece ricoperto di ex-voto.
La Madonna indossa un ampio manto merlato di velluto nero in segno di lutto, e la vara, sormontata da una cupoletta, è illuminata da piccole lampadine, con fiori bianchi ai piedi della statua.
Terminata l'esposizione del fercolo dell'Addolorata, alle 16,45 la processione si avvia per raggiungere il Duomo.
Il fercolo viene portato a spalla dai confrati lungo via Mercato S. Antonio, viuzza secondaria piena di botteghe che in questa occasione trabocca di gente, superata la quale i confrati si immettono in una via Roma stracolma, lungo la quale muovono il fercolo con un ritmo lento e ondulatorio, accentuato dalle marce funebri che sottolineano la tragedia della madre di Gesù che piange suo figlio morto.

- Testo a cura del dott. Francesco Stanzione, tratto dal volume "Storia della Settimana Santa e delle Confraternite di Enna" di Rino Realmuto, La Moderna Edizioni, Enna, aprile 2004.
- Foto a cura di Giovanni Zodda.