VENERDI' SANTO - Il Cristo Morto

Anche il fercolo del Cristo Morto viene portato in Duomo.
Contemporaneamente, dalla parte superiore della città, i confrati del SS. Salvatore percorrono in processione le vie Salvatore, Portosalvo, Tre Palazzi e Roma per portare al Duomo l' Urna del Cristo Morto, che attenderà l' arrivo della Madonna Addolorata all' interno della Cattedrale.
L' Urna, che alle ore 17,00 entra in Cattedrale, è un monumentale lavoro di raffinata e pregiata ebanisteria.
E' di legno massiccio, finemente scolpito e laminato in oro zecchino.
Agli angoli, quattro angeli con le grandi ali spiegate vegliano il corpo di Gesù composto all'interno e visibile attraverso i vetri che lo racchiudono.
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Il corpo del Cristo è naturalmente adagiato su un materassino di raso e sul cuscino posa delicatamente il capo insanguinato dalla rude corona di spine; i capelli e la barba incolti, gli occhi e la bocca sono lievemente socchiusi.
Le braccia sono distese con le palme delle mani aperte e poggianti sul dorso. Il perizoma bianco avvolge la parte mediana del corpo, con la gambe non rigide ma leggermente piegate.
La parte superiore dell' Urna è chiusa da vetri triangolari che formano una base dalla forma estremamente originale, sormontata da quattro semiarchi ben intagliati che convergono al centro dove c'è un artistico fregio su cui si innalza una croce.
Prima di questa Urna, che risale al 1935, ne esisteva una molto più piccola e leggera.
Era portata nelle processioni del Venerdì Santo da quattro confrati del SS. Salvatore, vestiti da ebrei, chiamati in dialetto Judii, che erano di aspetto veramente terrificante.
Essi rappresentavano Giuseppe di Arimatea che indossava una lunga veste viola con sopra un mantello nero, mentre sul capo portava un turbante; Nicodemo, vestito con gli stessi abiti di Giuseppe di Arimatea e che portava una fluente barba; S. Giovanni, con un camice bianco, una stola a tracolla e un mantello nero. La barba e i capelli erano biondi e su di essi c' era un diadema. La Maddalena, infine, vestita di nero con le trecce brune e scomposte.
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- Testo a cura del dott. Francesco Stanzione, tratto dal volume "Storia della Settimana Santa e delle Confraternite di Enna" di Rino Realmuto, La Moderna Edizioni, Enna, aprile 2004.
- Foto a cura di Mario Barbarino.